Da quando la nostra prima gatta è entrata a far parte della famiglia, nel 2012, non ho mai smesso di informarmi, chiedere, frequentare corsi per allevatori, cercare su internet notizie e confrontarle. Voglio offrire il meglio ai miei gatti ma, come in ogni ambito, senza valide informazioni ancorate a solide basi scientifiche, è difficile far bene. Il mio motto è che tutto è perfettibile, quindi cerco di perfezionarmi continuamente anche avvalendomi delle mie e delle altrui esperienze. Essere professionali in qualsiasi campo significa far tesoro delle esperienze ma, senza studiare, nessuno può allevare seriamente e con piena consapevolezza anche se il riferimento è sempre un veterinario da cui non si può prescindere.
Qui potete trovare gli attestati dei corsi che ho frequentato, mentre di seguito cercherò di raccontarvi come gestisco i gatti in casa mia.
Innanzi tutto, appena ho potuto ho separato le femmine dal maschio: lui, Yucatan, vive in un enorme cut run all'aperto dove non viene continuamente stimolato (torturato direi) dagli ormoni femminili, cosa che accadrebbe se vivesse in casa, con l'aggravante che, per evitare accoppiamenti inopportuni, dovrei isolare in una stanza o la femmina in calore o lui.
Le nostre gatte, invece, possono accedere a tutti gli ambienti domestici così come fanno i loro cuccioli: ciò consente ai piccoli di sviluppare la capacità esplorativa, di fare esperienze precoci con tutti i rumori di casa abituandosi ad essi, di socializzare con gli altri animali di casa e, soprattutto, di crescere con la presenza costante degli esseri umani. Ogni cucciolo nasce col suo carattere, ma il modo in cui i piccoli vengono allevati è fondamentale per sviluppare la socializzazione interspecifica e l'abitudine agli stimoli esterni.
In casa nostra i gatti stanno tranquillamente anche sul tavolo da pranzo: viviamo in un open space quindi sarebbe letteralmente impossibile vietare loro l'ingresso in cucina! Quando mangiamo se ne stanno tranquillamente accoccolati in un angolo del tavolo, oppure in braccio a qualcuno della famiglia, e non è mai capitato che cercassero di rubare il cibo, al massimo ci fanno capire di voler gradire qualcosa; in genere sono attratti dal formaggio, ma non è nostra abitudine dar loro alcunché se non qualche briciola di parmigiano ogni tanto.
Il gatto siberiano ama stare vicino al proprio padrone e lo segue per la maggior parte della sua giornata: sul tavolo quando mangia, accoccolato sul divano quando guarda la tele e nel letto quando dorme; sarà lui che sceglie il SUO padrone, e non viceversa, e da quel momento sarà la sua ombra.
Ecco perché Duchessa ha deciso di fare del mio letto il suo rifugio preferito per il parto: io sono il suo riferimento, la sua sicurezza, per lei non c'è posto più affidabile al mondo per proteggere i suoi cuccioli se non accanto a me. E ciò mi ripaga di ogni sacrificio...
Duchessa che dorme accanto a me